Busch Microtronic – La passione riporta in vita il mito anni ’80!

I maker e appassionati di computer vintage Michael Wessel, Jason T. Jacques e Decle hanno costruito il primo Busch Microtronic che risale agli anni ’80, eseguendo in emulazione una copia della ROM originale recentemente recuperata: la Microtronic Phoenix.

“In un precedente tentativo siamo riusciti a recuperare la ROM del firmware originale del [Busch] Microtronic”, spiega Wessel riguardo al lavoro del team. “Con il firmware originale disponibile, è giunto il momento di farlo volare di nuovo su hardware moderno, con il risultato della prima reimplementazione completamente autentica del Busch Microtronic del 1981! Risorgi dalle tue ceneri, Microtronic!”

Lanciato nel 1981, il Busch 2090 Microtronic Computer System – per dare al dispositivo il suo nome appropriato – era un insolito simulatore di microcomputer costruito da Busch Modellbau, un’azienda nata come produttrice di fuochi d’artificio prima di dedicarsi ai modelli in plastica. L’originale utilizzava un processore Texas Instruments TMS1600 a quattro bit con una frequenza di soli 500 kHz e con soli 576 byte di RAM e 4 kB di ROM – ed è proprio il contenuto di quella ROM, a lungo ritenuto perduto, che Wessel e i suoi amici sono riusciti a recuperare.

 

Busch Microtronic

 

Sebbene siano disponibili emulatori hardware e software della macchina, nessuno di essi eseguiva la ROM originale – fino al lancio del Microtronic Phoenix, una riproduzione hardware che utilizzava un emulatore su un microcontrollore Microchip ATmega644P-20U – e una parte a otto bit con una frequenza di 20 MHz considerevolmente più veloce. In altre parti della scheda sono presenti una EEPROM 24LC256 come dispositivo di memorizzazione non volatile e un 74LS244 per proteggere i pin del microcontrollore dalle porte di ingresso/uscita della macchina e viceversa. “In linea di principio”, spiega Wessel, “la Phoenix è un progetto monochip: tutto è gestito dall’ATmega644P-20U, persino il display. La EEPROM 24LC256 è opzionale; la macchina funziona anche senza.”

L’emulatore, che offre la possibilità di utilizzare un display LED a sette segmenti e sei cifre o un display LED a bolla o un moderno equivalente, include una tastiera fisica, un cicalino e un set di istruzioni serigrafato, nonché non meno di tre opzioni di firmware: Neo Mode, una reimplementazione del firmware; Phoenix Mode, che esegue la ROM Busch originale; e Combined, che consente di selezionare una delle due all’avvio.

“In modalità Neo”, spiega Wessel, “l’emulatore hardware ha accesso alle funzionalità hardware aggiuntive della scheda: un altoparlante per l’uscita audio, una EEPROM 24LC256 da 256 kbit per l’archiviazione di massa dei dump della RAM Microtronic, al posto dell’interfaccia a cassetta 2095; [e] un display di stato a sette segmenti.”

Il progetto è documentato integralmente su Hackaday.io; i file Gerber della scheda e il codice sorgente del firmware sono disponibili su GitHub con licenza GNU General Public License 3.

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