Chi utilizza Arduino è abituato alla rappresentazione del circuito elettrico in modo “pittografico”, seguendo lo standard proposto da Fritzing.
Gli schemi di collegamento che utilizziamo solitamente per visualizzare le connessioni tra Arduino (o Raspberry PI) e la nostra schiera di sensori ed attuatori, sono mutuati da una sorta di standard. Il software di CAD elettronico Fritzing, infatti sfrutta tale sistema per “facilitare” la lettura dei neofiti, che così non sono costretti ad imparare da zero la sintassi e la semantica dei circuiti elettrici. Il sistema risulta talmente elastico ed efficace da essere utilizzato anche da altri software, come ad esempio il CAD elettronico online Tinkercad.
Purtroppo l’utilizzo di simili piattaforme di rappresentazione grafica fa spesso storcere il naso agli Ingegneri “puristi”, che ritengono (magari anche a ragione) che non si può imparare l’elettronica se non si riesce a leggere lo schema elettrico di un circuito.
Un po’ di storia
La distinzione tra schema elettrico e schema pratico affonda le proprie radici nel passato. I quaderni di elettronica venduti nei negozi della americana RadioShack, colmi di semplici progetti diretti ai neofiti, hanno iniziato un percorso di “popolarizzazione”. Da un lato la presentazione di semplici circuiti avrebbe spinto le vendite di materiale elettronico, dall’altra la semplicità nel riprodurre uno schema pratico avrebbe assicurato il divertimento immediato anche a coloro che non avessero acquisito robuste basi teoriche sull’argomento.
Ogni quaderno riportava un’appendice che descriveva nome e significato di ciascun simbolo, mentre ciascun progetto riportava i valori richiesti per il funzionamento, ed una manciata di righe di spiegazione.
L’Italia Elettronica
Nel nostro Paese la rivista che maggiormente curò la crerscita elettronica degli Italiani fu Nuova Elettronica. Non fu né la prima né l’unica, ma il sistema utilizzato per la didattica era innovativo: oltre allo schema elettrico ben dettagliato, veniva riportato anche uno schema di montaggio pratico, basato sul PCB relativo.
Naturalmente anche questo sistema “barbaro” provocò una iniziale levata di scudi dei puristi. Ciascun ingegnere, infatti, era abituato a “disegnarsi” il proprio circuito stampato in base alle proprie esigenze di spazio, e ai componenti disponibili (tipicamente condensastori assiali o radiali, resistori di diversa potenza, trimmer verticali o orizzontali e così via), “Dare la pappa pronta ai costruttori“, dichiaravano, “significa impedir loro di crescere e conoscere come creare un layout o scegliere i componenti più adeguati come parte del processo produttivo“.
E siamo ad oggi
I sistemi odierni hanno proseguito sulla strada della facilitazione del neofita. I nuovi sistemi multimediali intrattivi, le GUI e Internet consentono di crearae una rappresentazione pratica del proprio progettosemplicemente seguendo le istruzioni di montaggio, senza troppi calcoli.
Chi ha ragione?
A mio modesto avviso, la ragione è nel mezzo. Una rappresentazione semplificata facilita la realizzazione di circuiti, e consente anche al neofita di sperimentare cosa accade se i valori dei componenti vengono modificati. E dalla sperimentazione spesso nasce il riconoscimento del rapporto di causa-effetto così utile nel metodo scientifico.
Viceversa, i “puristi” partono da dati certi, dalla solidità delle espressioni matematiche, per calcolare i valori dei componenti e quindi il circuito elettrico teorico. Se non conosci la Legge di Ohm non potrai evitare di bruciare un diodo LED. E tuttavia, anche in questo caso è possibile bruciare 10 LED ma riconsocere alla fine che il valore del resistore a fianco del diodo dipede sempre dalla tensione del circuito… Invenzione o scoperta?
Continuare a “copiare” circuiti già fatti attraverso la rappresentazione Fritzing non conduce a nulla, non si impara nulla di nuovo. E’ sperimentando, abbandonando la propria comfort-zone per passare agli “scarabocchi” che si acquisisce quell’esperienza utile per progredire ed imparare ad apprezzare anche quei circuiti elettrici che in principio ci terrorizzavano.
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