Le MicroSD sono tutt’ora un supporto fisico altamente utilizzato sia nel campo degli smartphone ma anche, e soprattutto, per quanto riguarda i droni e dispositivi come le retroconsole portatili. Si tratta di supporti che sono in vendita praticamente ovunque, ma gli store cinesi sono -come sempre- coloro che offrono prezzi apparentemente imbattibili. È sufficiente, infatti, fare una ricerca sui maggiori store dell’estremo oriente, per imbattersi in quelli che hanno tutta l’aria di essere prodotti esattamente identici a quelli che si trovano su Amazon o in qualsiasi store europeo. Ma è davvero così? Scopriamolo.
Dobbiamo innanzi tutto tener conto che le MicroSD come supporto di memoria sono fisiologicamente più fragili e inclini al cedimento rispetto a dispositivi come le chiavette USB o gli hard disk. Sono di dimensioni ridotte, scaldano molto e la differenza tra un prodotto di fascia alta e uno di fascia bassa è, tutt’oggi, decisamente marcata. Per questioni di recensioni e test, mi trovo a testare svariati dispositivi che vengono forniti con MicroSD di marca apparentemente sconosciute e, ormai, la mia routine consolidata è quella di prendere la MicroSD originale, clonarla con una di qualità e buttare l’originale in un cassetto.
Le tre problematiche principali che si riscontrano su questi dispositivi economici sono le seguenti:
- Non funzionano e non sempre il venditore accetta di rimborsarti
- La capacità dichiarata non corrisponde alla capacità reale. Ad esempio, mi è capitato che MicroSD vendute per 128Gb di capacità, in realtà ne avessero circa la metà
- Le velocità di lettura/scrittura sono notevolmente più basse rispetto a quanto dichiarato dal produttore
ll primo caso è fisiologico, nel senso che chiunque può venderti un pezzo difettoso. Sì, peccato che gli store europei siano tenuti a dare una garanzia. Non funziona? Te lo cambiano o ti rimborsano, fine della storia. Il secondo caso evidenzia un difetto di fabbricazione, non è necessariamente catalogabile come “truffa” perché è sufficiente che la memoria all’interno abbia dei settori danneggiati e lo spazio si riduce automaticamente. Anche qui, il pezzo andrebbe immediatamente sostituito ragazzi, non è ammissibile comprare una memoria da 120 Gb e farsene andar bene poco più della metà (tanto per fare un esempio).
Sì, d’accordo, è risaputo che sui siti cinesi giri tanta spazzatura, ma qual è lo scopo di questo articolo? Facciamo un esempio: se voi acquistate una macchina, fate il pieno con benzina di pessima qualità e la macchina non rispecchia le prestazioni dichiarate dal costruttore, è colpa della macchina (e quindi del costruttore), oppure è colpa vostra che usate benzina scadente? Sì, perché talvolta vediamo video recensioni, ascoltiamo pareri e passiamo le ore a confrontarci con colleghi o studenti che hanno acquistato un determinato dispositivo, e che si lamentano delle prestazioni scarse e di tutta una serie di problematiche che non è affatto detto che dipendano dal dispositivo stesso.
La problematica che sto per trattare, deriva da un’esperienza apparentemente banale che mi ha fatto riflettere.
Di recente -a causa mia, lo ammetto- un mio amico si è appassionato alla macchina virtuale PICO-8. Se per caso non lo conosceste, ne abbiamo parlato in questo articolo. Il suo intento era chiaro: avere una retroconsole portatile con la quale giocare ai titoli proposti dalla raccolta di Pico-8 durante i suoi viaggi in treno e autobus. Contro ogni pronostico, dopo qualche giorno, è venuto da me lamentandosi delle prestazioni del dispositivo. I giochi andavano a scatti, il sistema operativo si freezava e la console si riavviava spesso. Inoltre, cosa decisamente anomala su handheld di questo tipo, il sistema dopo un po’ che era in funzione, scaldava.
Conoscendo molto bene il produttore della macchina e sapendo il livello di qualità complessiva dei dispositivi che propone, il mio scetticismo si è fatto ben presto strada e, data la mia proverbiale curiosità, ho chiesto in prestito la retroconsole per poter fare qualche test. Premetto che io stesso possiedo la Miyoo Mini Plus e la Miyoo Mini prima edizione, console che sono andate letteralmente a ruba e che sono difficili da reperire nel mercato dell’usato perché chi ce l’ha, se le tiene strette, motivo per cui mi sono sentito di poterla consigliare sia per le ottime prestazioni complessive, sia per un fattore di forma che la rende ideale per essere trasportata. Come potete vedere nella foto, infatti, si tratta di un dispositivo incredibilmente tascabile.
Dopo aver acceso la macchina, ho provveduto a fare qualche test e, effettivamente, il sistema era piuttosto instabile. Se avete letto l’articolo che parla di Pico-8, si tratta di giochi leggerissimi con ben poche pretese a livello di risorse. Vedere stuttering audio/video con un gioco simil tetris non ha assolutamente senso.
La prima cosa che ho fatto è stata quella di controllare le impostazioni e la versione del sistema operativo, ma non sembravano esserci particolari problemi. Ho aperto lo chassis della macchina e ho verificato la bontà della batteria, constatando che tutto fosse in ordine. Ho poi smontato completamente la Miyoo Mini Plus per controllare le masse, i pin di alimentazione e le varie saldature. Multimetro e microscopio alla mano, non è stato riscontrato alcun problema. Il focus delle “indagini” si è spostato quindi sull’unico indiziato possibile: il maggiord… ehm, volevo dire la microSD!
Estratta dalla console, si presentava come una memoria marchiata KIOXIA. Si tratta di un marchio piuttosto comune per chi ha a che fare con questi dispositivi. Sono microSD che vengono vendute in blister da 10 pezzi che arrivano a costare una quarantina di euro. Il che vuol dire che la singola microSD costa meno di 5 euro. Cercando una microSD di qualità di pari capacità e pari prestazioni dichiarate, possiamo notare che il prezzo per unità raddoppia.
Qui di seguito abbiamo il benchmark della microSD inclusa con la retroconsole:
mentre nel grafico sottostante possiamo notare i risultati inerenti a una microSD Sandisk Ultra da 32 GB:
E non è tutto: oltre all’evidente differenza di prestazioni, la microSD originale si è definitivamente rotta subito dopo aver completato il test. A questo punto ho caricato il sistema operativo Onion OS sulla scheda di memoria, ho installato Pico-8 e, dopo averla inserita nella console, ho ricominciato a testarla con vari gameplay.
Montando una MicroSD di qualità, comprata in uno store europeo (e pagata un buon 50% in più rispetto all’altra – NDR), tutti i problemi della console sono “magicamente” spariti. Intendiamoci, non è diventato un dispositivo top di gamma -cosa che non ha mai voluto essere- ma è diventata improvvisamente una macchina godibile, sfruttabile e in grado di regalare ore di divertimento e interattività. Nessun problema di lag, stuttering, ritardi vari o instabilità di sistema. Tutto quello che sembrava essere un problema all’hardware della console, era in realtà imputabile alla microSD difettosa.
Non metto in dubbio che sugli store cinesi si possano trovare supporti di memoria validi, ma è altrettanto vero che molti di essi sono imitazioni di marchi blasonati e altri sono prodotti che allettano il cliente solo per il fatto di costare poco.
La morale della favola qual è? Beh, innanzi tutto che prima di valutare un dispositivo nella sua totalità, è opportuno verificare che tutto ciò che ne contribuisce al funzionamento sia perfettamente a posto. Solo allora, si potrà avere una situazione chiara del funzionamento globale di una macchina. Questa considerazione, ne suggerisce subito un’altra: conviene spendere denaro per dispositivi di un certo livello, per poi risparmiare sulle memorie? Immaginate di comprare un drone da migliaia di euro per l’acquisizione di materiale audio/video e di utilizzare poi memorie scadenti che lo fanno lavorare male (o peggio). Ha senso?
In definitiva, è meglio spendere qualcosa in più e ritrovarsi con un prodotto valido e soprattutto affidabile, piuttosto che risparmiare e perdersi nei meandri dei malfunzionamenti. Esistono supporti di memoria più affidabili e duraturi di una microSD? Assolutamente sì, ma questa, è un’altra storia.
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