Il making è perfetto anche per risolvere “enigmi” e “dubbi amletici” del passato. Sì, perché solo chi è della nostra generazione sa che la febbre del Tamagotchi alla fine degli anni ’90 ha portato milioni di persone ad avere in mano quel dispositivo tanto simpatico quanto divertente. Io che sono nato nell”86, posso dirti che è stata un’epopea letteralmente fuori controllo, al pari delle Air Max nel periodo di Michael Jordan e dei Pokémon nella loro fase di massima ascesa. Tutti quelli che conoscevo nella mia scuola avevano almeno un Tamagotchi e alcuni dei ragazzi più appassionati ne avevano diversi. Il problema è che era particolarmente difficile arrivare ad avere un Tamagotchi adulto, perché i bambini hanno un livello di attenzione molto breve. Per fornire finalmente ai Tamagotchi cure costanti e di qualità, Jens ha creato questo “robot baby sitter” per le piccole creature digitali.
Questo è un tipo di robot che può funzionare con qualsiasi Tamagotchi che abbia il fattore di forma originale (a uovo – NDR), senza richiedere alcuna modifica al dispositivo. Accudirà responsabilmente il Tamagotchi dal momento della schiusa dell’uovo e per tutta la sua vita, nutrendolo e pulendolo quando necessario. Senza alcun intervento umano, fornirà una cura perfetta.
La sfida più grande qui è stata evitare la necessità di modificare il Tamagotchi, un percorso che Jens avrebbe potuto intraprendere per semplificarsi la vita. Per far sì che ciò accadesse, Jens aveva bisogno di un modo per interagire con il Tamagotchi e di un modo per vedere il suo stato.
L’interazione è stata semplice. Jens ha progettato una base stampabile in 3D su cui appoggiare il Tamagotchi, con tre servomotori che servono a premere i tre pulsanti. Le cose diventano complicate quando si tratta di leggere lo schermo. Jens ha collegato una fotocamera a un Raspberry Pi e l’ha puntata verso il display del Tamagotchi. Ha quindi utilizzato uno script di visione artificiale per rilevare gli sprite.
Non è stato così facile come sembra, perché anche piccole variazioni di illuminazione possono compromettere il rilevamento. La natura degli economici LCD degli anni ’90 non ha aiutato le cose. Ma il lato positivo è che ci sono solo una manciata di possibili sprite e sono tutti piuttosto semplici. Ciò consente alla visione artificiale di rilevare gli sprite con sufficiente affidabilità per questa applicazione.
Da lì, si trattava di programmare una routine di cura. Ci è voluto molto lavoro, ma Jens è riuscito a creare un robot in grado di seguire una manciata di regole per allevare un animale domestico Tamagotchi fino all’età adulta. Se rileva i bisognini, preme la sequenza di pulsanti necessaria per ripulirli. Può esaminare i parametri di salute e felicità e agire di conseguenza.
Ciò ha permesso a Jens di mettere alla prova anche una vera e propria leggenda metropolitana degli anni ’90: nutrire troppo un Tamagotchi lo ucciderebbe. Jens ha programmato una funzione per provarlo e ha scoperto che la leggenda è…falsa. Almeno su questa versione, si intende, perché nel corso degli anni ne sono uscite davvero tante ed è possibile che altre versioni di Tamagotchi includessero questo rischio.
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