Quando parliamo di making o, più specificatamente di tastiere meccaniche, siamo tutti portati a pensare al mercato americano o cinese. D’altra parte, la quasi totalità dei siti che trattano questo tipo di dispositivi è straniera, ma sembra proprio che le cose stiano cambiando. Per questo motivo, ho avuto il piacere di fare una bella chiacchierata con KHOR, un ragazzo decisamente promettente e intraprendente, che ha deciso di invertire la tendenza e provare a fare qualcosa per la situazione italiana. A onor del vero, le sue risposte mi hanno a tratti sorpreso, denotando una profonda conoscenza del settore e di una visione molto chiara del presente, con uno sguardo al futuro altrettanto peculiare. Per quello che riguarda il test dei suoi prodotti, KHOR si è messo fin da subito a disposizione, rispondendo a tutte le domande e mostrando un’apertura al confronto decisamente non comune. Personalmente ho toccato con mano la qualità dei suoi prodotti e ci tengo a precisare che non avrei mai accettato regali da parte sua riguardo le sue creazioni, proprio per non espormi al rischio di farmi condizionare nel dare un responso. Prima di parlare di questo, peró, sentiamo cos’ha da dirci KHOR.
M: Parlaci un po’ di te. Come è nata la tua passione per le tastiere meccaniche, ma soprattutto, cosa ti ha spinto a voler entrare nel mondo del making?
K: Mi chiamo Marco e ho 28 anni, sono un appassionato di elettronica e informatica fin da piccolo. Ho sempre passato il tempo smontando giocattoli e aggeggi elettronici per curiosare l’elettronica e capire il loro funzionamento. Con una piccola disponibilita’ economica e il tempo libero, nel 2012 ho iniziato con l’assemblaggio di pc (se cosi potevamo definirli ai tempi) da gaming, arrivando poi al modding estetico soprattutto dei cavi che in quell’anno MDPCX era ancora nei primissimi periodi. Dopo 5 anni di esperienza in un centro assistenza informatica/elettronica e l’universita’, durante la pandemia mi sono fiondato alla ricerca di una periferica piu’ sofisticata, avendo appena completato l’assemblaggio del PC. Questa ricerca, nonostante in italia non ci fosse la minima traccia di risorse, mi ha letteralmente devastato il portafogli facendomi diventare talmente fissato di questo hobby che ho sentito la necessita’ di creare una risorsa per questo paese. Ho iniziato verso l’estate del 2020 a testare cavi avendo esperienza gia’ con cable sleeving e saldature, fino ad avviare una vera e propria attivita’ che ancora oggi è il mio lavoro principale.
M: Cosa pensi della situazione del making italiano? Secondo te le cose stanno cambiando o reputi che da noi si faccia ancora troppa fatica?
K: L’italia ha grandi potenzialità e ha molto da insegnare. Attualmente nel nostro paese l’ambito specifico delle tastiere è piuttosto sconosciuto e difficilmente compreso. Spesso viene difficile giustificare e mostrare ad un acquirente le motivazioni per cui una tastiera custom raggiunga prezzi decisamente alti. Dalle varie community che si sono create sui vari social, i content creator che si avvicinano con interesse all’hobby e le statistiche sul mio store posso dire che è un hobby che sta iniziando a prendere sempre piu’ forma anche da noi. Spero vivamente che questo hobby diventi una normalità anche in Italia, come in America.
M: Curiosando in giro per il tuo sito, abbiamo notato una predilezione per i microcontrollori Helios RP2040 e ATmega32u4. Come mai hai optato per questi due sistemi? Questioni di costi, o c’è altro?
K: L’hobby si basa letteralmente sulla sperimentazione, tentativi e prototipazione continua. La pandemia ha portato all’innalzamento dei prezzi di qualsiasi risorsa e a loro volta anche i chip shortage hanno fatto schizzare alle stelle i prezzi dei MCU ATMega32u4 che sono utilizzati non solo sulle tastiere ma anche su molti altri dispositivi che utilizziamo tutti i giorni.
Sebbene i prezzi delle tastiere possono essere elevati per via dei materiali di qualita’, le lavorazioni complesse e le rifiniture di lusso, trovo ingiustificato l’innalzamento dei prezzi su componenti che, sebbene essenziali, hanno un compito basilare. Ad oggi molti PCB per tastiere si aggirano tra i 50$ fino a raggiungere 79$ e rispetto ad un Arduino hanno solo una superficie maggiore e i fori per gli switch, ciò vuol dire che si sta andando nella direzione sbagliata.
Gli RP2040, essendo dei MCU basati su ARM, sono essenzialmente inutili per molte industrie che ad oggi lavorano strettamente sull’architettura di ATMega, per questo la domanda è inferiore e, dato l’ottimismo da parte di Raspberry, la produzione di questi ultimi è sempre molto elevata. Questo porta ad un prezzo decisamente più basso dei singoli chip, aggiungendo poi le innumerevoli feature che quest’ultimo offre, non ci vuole molto a notare che è la soluzione che dobbiamo utilizzare.
Un ringraziamento va anche alla community che ha tempestivamente collaborato per rendere il firmware QMK compatibile e compilabile per ARM in modo da rendere il passaggio di qualsiasi firmware ATMega direttamente compilabile per RP2040.
M: Molti appassionati di elettronica stanno purtroppo lontani dal mondo delle tastiere meccaniche, specie se finiamo a parlare delle full custom. Sotto questo aspetto, il making può venirci incontro, oppure bisogna rassegnarsi ad aprire il portafoglio?
K: Questo hobby nasce dal crafting casalingo! Le tastiere raffinate e costose che vediamo su instagram e nei forum di collezionismo sono solo il risultato di design e hobbisty ricchi. Prima che determinati standard e progetti opensource fossero assodati e disponibili, questo hobby pullulava di makers e artigiani che in casa sperimentavano metodi casalinghi per creare o modificare ciò che avevano a disposizione.
Sullo store ho voluto sperimentare con un paio di prodotti DIY, da semplicissimi macropad con 1 o 2 tasti a un prima tastiera (Lily58), quest’ultima basata semplicemente su 3 strati di PCB, standoffs, viti e microcontrollori. Questo per capire come viene apprezzato questo lato dell’hobby anche in italia. Su due piedi posso dire solo di essere stra contento del risultato, le tastiere sono apprezzatissime e molti si divertono ad assemblarle, ciò vuol dire che ce ne saranno di nuovo nel breve e lontano futuro.
M: Raccontaci dei tuoi programmi futuri. Hai qualcosa in cantiere a livello di making o ti concentrerai prevalentemente su cavi e tastiere?
K: Essendo uno dei primi in Italia non potevo sapere fin dall’inizio quanto mercato ci fosse qui, per questo ho stilato un piano molto semplice, quello di sperimentare gradualmente e migliorare man mano. Sono partito come Cable Maker e nel 2023 sono ormai una risorsa principale in Italia di Switch, Stabilizzatori, Lubrificanti, Oli e piccoli attrezzi. Premetto che non voglio diventare l’ennesimo store con gli stessi prodotti di tutti gli altri, siamo nell’era di internet, Italia, Belgio e Germania hanno distanze quasi nulle con le spedizioni online. Cio’ che vorrei è sperimentare prodotti speciali e crearne di personali. Già sul sito si può trovare qualcosa come Lube station, Stab tester etc che presentano il mio logo, ma perché? La differenza tra comprare un prodotto già fatto e progettarlo da zero per poi farlo produrre è sostanziale, per questo il mio obiettivo e’ progettare prodotti e farli produrre in modo da poter offrire prezzi vantaggiosi e non i soliti ricarichi tra fornitura e vendita.
Come già detto il piano è di migliorare gradualmente, un prodotto alla volta e una categoria alla volta. In questo momento in casa ho già dei plate per tastiere 60% che ho fatto produrre, successivamente vorrei testare, con l’aiuto della community, dei PCB di misure standard compatibili con altre tastiere o case generici, basati su RP2040, connessione cavo e BT, il tutto possibilmente ad un prezzo onesto e non i soliti 50$. L’obiettivo, sebbene decisamente lontano per il momento, è di portare un prodotto di qualita’ andando a puntare sui dettagli che noi esperti sappiamo che contano davvero e andando ad eliminare ciò che non è necessario, il tutto per avere un prodotto accessibile a tutti. Un esempio? una Ikki68 o una KBD67Lite, tastiere economiche, dal buon sound e che offrono un feeling soddisfacente.
M: Nel ringraziarti del tempo che ci hai dedicato, c’è un messaggio che vorresti lanciare a lettori e appassionati?
K: Ho due consigli rivolti a due categorie ben distinte. Il primo è per gli acquirenti futuri e presenti. Amazon non è sempre la scelta migliore. Questo hobby si basa su piccoli venditori e piccole imprese, li fuori su internet ci sono decine di store europei pronti a fornirvi ciò che desiderate e i content creator sono sempre sull’attenti a creare liste e guide per presentare tutte le risorse che ci sono a disposizione! Il secondo e’ per chi, come me, ha scelto di avviare un’attività. Non fatelo per i soldi, fatelo per la passione. In questi anni ho scoperto quanto i clienti apprezzino la passione che il venditore mette nel creare i propri prodotti o anche nella scelta e la cura del proprio catalogo, mettendo in primo piano prodotti che utilizzerebbe personalmente e non perché hanno un margine migliore. È un consiglio rivolto a chiunque stia leggendo e ha una passione in un hobby al punto dal sentire il dovere di creare una nuova risorsa in questo paese.
Se volete dare un’occhiata, Marco vi aspetta nel suo store. C’è una comodissima chat nella quale porre le vostre domande, dubbi o perplessità in merito. KHOR è un ragazzo disponibilissimo e appassionato, esattamente come noi. La qualitá dei suoi prodotti è ampiamente superiore alla media, per non parlare delle possibilitá di customizzazione praticamente infinite. Dategli una possibilità e non ve ne pentirete!