Dopo lunghissima pausa, le schede Raspberry di formato 4 e Zero tornano finalmente disponibili nella distribuzione al dettaglio. E i prezzi?
Per chi, come noi, ha messo in attesa il proprio nuovissimo ed evolutissimo progetto basato su Raspberry PI 4 in attesa del rilascio del nuovo PI 5 (o almeno dello sblocco della distribuzione al dettaglio) finalmente una buona notizia. E’ oramai noto infatti che Eben Upton, CEO della Raspberry Pi Ltd., abbia anticipato che a luglio 2023 la produzione della più nota single board al mondo supererà il milione di unità.
I più attenti tra voi si saranno accorti che la lista fornita da rpilocator (e che noi riproponiamo quotidianamente sul nostro canale delle offerte) si stia finalmente ampliando delle versioni PI 4 a 4 e 8 GB a prezzi accessibili. Raspberry Foundation ha riorganizzato la catena di gestione e distribuzione, azzerato la lista d’attesa e gli ordini dei partner strategici, per potersi finalmente dedicare all’utenza finale ([rant on] quella, per intenderci, che ha fatto la fortuna del SBC [rant off]).
A testimonianza degli errori di gestione ricordiamo che la produzione relativa al primo trimestre del 2023 ammontava a “sole” 800.000 unità, valore che in altri tempi saerebbe stato raggiunto e superato in un solo mese. A quanto si sa, infatti, il problema di rilascio delle schede ha avuto ragioni del tutto diverse dal classico problema dei semiconduttori che tanti danni ha causato negli anni precedenti. Ma intendiamoci, dopo un biennio di crisi per l’industria, è normale che una fondazione non necessariamente strutturata come un’industria possa aver avuto difficoltà anche solo a ripartire con il piede giusto.
Fortunatamente, nel secondo trimestre del 2023 si è cercato di alleggerire la coda degli ordini inevasi, con un aumento del 25% di Giugno su Maggio, e del 20% (previsto) di Luglio su Giugno. Questo significa tornare a produrre (e vendere!) un milione di schede al mese. A prezzi tutto sommato allineati al periodo pre-COVID, o con piccoli aumenti dovuti più che altro all’inflazione ed all’ottimizzazione della catena di distribuzione. La Fondazione assicura infatti di non avere alcuna intenzione di tradire le aspettative della community speculando sulla scarsità del prodotto.
E poi?
Non ci è dato sapere se, una volta azzerata la coda degli ordini, la linea di produzione si manterrà costante su tali cifre o tirerà i remi in barca per un po’. Voci di corridoio danno per prossimo il lancio di una versione PI 5 (e alcuni dei contendenti sul mercato hanno già prodotto cloni al riguardo basati sui più potenti processori RK3588).
Speriamo che da una ristrutturazione industriale nasca qualcosa di particolarmente interessante e innovativo.
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