Avete mai pensato a una porta USB direttamente sulla vostra bicicletta? Troppo spesso, quando si pensa al making, siamo portati a pensare che sia un qualcosa che interessa solo e unicamente i computer, oppure il machine learning o ambiti apparentemente lontani dal nostro quotidiano. Eppure, il “making” è molto vicino a noi, lo dimostra il fatto che i dispositivi indossabili stiano andando molto di moda. Poi, ci sono quei progetti apparentemente banali, ma che possono risolvere piccoli problemi quotidiani che fanno una differenza enorme in termini di ergonomia e trasporto. È ovvio che, quando si lavora o si studia fuori casa, per forza di cose ci si trova a dover mettere in borsa di tutto e di più: effetti personali, tablet, smartphone e tutta una serie di cose che aumentano il peso del bagaglio. Finché si va in macchina o in treno, tutto questo è relativo, ma il prepotente ritorno delle biciclette a causa del caro carburanti ha riportato all’attenzione di tutti un problema molto trascurato negli ultimi anni: il peso di borse e zaini. E se il caricabatterie fosse incorporato nella bici, permettendoci di lasciare a casa il caricatore USB originale?
Sembra impossibile vero? Non del tutto. Vi ricordate le vecchie biciclette? Avevano un fanalino sul manubrio e uno sul parafango posteriore. Quando si partiva alla mattina presto o si tornava la sera tardi, era sufficiente avvicinare la dinamo al copertone e iniziare a pedalare. Come per “magia”, si disponeva di due fonti di luce che permettevano non solo di vedere la strada, ma anche e soprattutto di farsi vedere dalle auto in transito. Tuttavia, pur facendo perfettamente il suo lavoro, la dinamo ha una capacità decisamente variabile di produrre energia: esatto, essa è strettamente dipendente dalla velocità della bicicletta. Ed è qui che il maker “Vulcaman”, ha ideato il Fahrradlader V3.1, ovvero il Bicycle Charger V3.1. Questo design open source presenta una disposizione del raddrizzatore con quattro diodi per convertire l’ingresso CA “grezzo” in CC, un convertitore CC-CC e circuiti per l’ottimizzazione della carica USB.
Forse la caratteristica più interessante, tuttavia, è che il caricatore dispone di quattro supercondensatori 3F che vengono caricati dal movimento della ruota per permettere al caricatore di fornire energia a un dispositivo per circa 20 secondi anche quando la bicicletta è ferma. Un relè e un MOSFET vengono utilizzati per regolare la carica, che consente la disconnessione dell’ingresso della dinamo. Ciò significa che è possibile evitare una carica eccessiva senza dover disperdere energia aggiuntiva tramite il calore.
Per testare questa configurazione, Vulcaman ha collegato un mozzo dinamo Shimano DH-3N30 a un tornio per simulare con successo il funzionamento a 100 km/h. Sembra una velocità piuttosto spropositata al momento, quindi il dispositivo necessiterà senz’altro di ulteriori perfezionamenti per essere adeguatamente fruibile nel mondo reale (100 Km/h in bici non li raggiungono nemmeno i ciclisti professionisti – NDR), ma il principio alla base sembra funzionare senza alcun problema.
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