I word clock producono segnali utilizzati per sincronizzare altri dispositivi, come audio digitale e lettori CD, e sono così chiamati in quanto sincronizzano ogni campione audio che viene tradotto in stringhe di dati. In elettronica, il WordClock consiste in un’onda quadra che ha frequenza pari alla frequenza di campionamento della periferica “master” (frequenza che nell’audio professionale è di minimo 44,1 kHz, fino ai più fedeli sistemi a 192 kHz); tutte le altre periferiche “slave” si potranno così sincronizzare perfettamente all’oscillazione del master tramite il segnale WordClock. Registrare senza l’ausilio di un generatore di clock è possibile, certamente, impiegando gli oscillatori interni delle varie schede audio, ma ciò compromette inevitabilmente la qualità della registrazione, generando disturbi che spaziano dall’effetto Flanger (nel caso cui due schede audio separate registrino lo stesso strumento) a una perdita di sincronizzazione nel caso di connessioni digitali.
Lasciando un momento da parte l’elettronica pura e semplice, un qualsiasi “geek” patito di gadget o un appassionato di complementi di arredo, vi dirà senza esitazione che un “word clock” non è altro che un orologio che evidenzia l’ora corrente utilizzando parole invece di numeri. Ma allora perché poc’anzi siamo andati a scomodare onde quadre e tanti altri concetti squisitamente tecnici? Beh, il perché sarà chiaro tra un momento.
L’ingegnere del software Ben Combee ha progettato il suo Word Clock per rendere omaggio al duo di musica techno Daft Punk e la loro famossissima hit “Harder, Faster, Better, Stronger“. Come possiamo vedere dal video, il risultato è apprezzabile ma ancora lontano dalla perfezione:
Il dispositivo è stato realizzato utilizzando un Adafruit PyBadge, che racchiude un microcontrollore ATSAMD51J19, 2 Mb di flash SPI e un display TFT da 1,8″ 160 x 128. Dispone inoltre di otto pulsanti di controllo, cinque LED NeoPixel, accelerometro a triplo asse, sensore di luminosità, mini altoparlante e un driver per altoparlante di classe D. Il Word Clock viene alimentato tramite batteria LiPoly con capacità di ricarica integrata. Ulteriori caratteristiche includono una porta USB, un paio di connettori con compatibilità Feather, porte JST, un pulsante di ripristino e un /off, il tutto racchiuso in una shell stampata in 3D.
Un modulo audiomp3 gestisce la riproduzione audio MP3 con audiomixer per gestire i livelli di volume. Poiché la canzone dei Daft Punk ha una dimensione di circa 7 Mb e il PyBadge è dotato soltanto di 2 Mb di spazio di archiviazione, Combee ha utilizzato Audacity per mixare e tagliare il file fino ad ottenere una traccia audio da 1,2 Mb in mono. Far funzionare il Word Clock è stato un processo da lui definito “noioso”. Sì, perché non ci stancheremo mai di dire che la teoria è una cosa e la pratica è qualcosa di completamente diverso. Ed è proprio Ben a spiegarcelo nelle sue dichiarazioni all’interno del “diario” del progetto:
“Ho trovato i testi, separato tutte le parole sulle loro righe, convertito tutto in minuscolo, ordinato ed eseguito un filtro unico per rimuovere i duplicati, quindi ho esaminato e cercato eventuali problemi. Alla fine, la canzone ha solo 19 parole uniche, con due di quelle variazioni che possono condividere lo spazio nel word clock. Ho provato a predisporre un layout 8 x 8, ma non c’era abbastanza spazio, quindi con un po’ di ri-organizzazione ho ottenuto la matrice 12 x 7”.
Sebbene il Daft Punk Word Clock funzioni, lo spazio di archiviazione limitato intacca inevitabilmente la fedeltà dell’audio e il buffer di sincronizzazione è leggermente fuori taratura. Combee ha corretto il problema del buffer usando una patch CircuitPython e regolato il ridimensionamento per far vedere il VU meter durante le parti non cantate del brano. Avete capito adesso perché abbiamo introdotto il concetto elettronico di wordclock? Esso, infatti, si occupa esclusivamente di sincronizzare la frequenza di campionamento – trasmissione – riproduzione di tutti gli apparecchi audio digitali facenti parte del sistema in questione. Tutto ciò nulla ha a che vedere con la sincronia temporale (ore, minuti, secondi, frame) relativa ad alla sincronizzazione di filmato con e supporto audio. In questo caso, l’attore principale è il Timecode, una sequenza di codici numerici generata a intervalli regolari da un sistema temporizzato, utilizzato ampiamente in diversi ambiti per la sincronizzazione di segnali e per la scalettatura del materiale registrato su supporti audio/video. Il lavoro di Ben, pertanto, è appena cominciato!
Vi starete senz’altro chiedendo perché abbiamo deciso di parlare di un progetto ancora in alto mare e sul quale il suo creatore sta ancora lavorando. Beh, il motivo è semplice: dietro a ogni realizzazione c’è studio, lavoro e tantissimo tempo perso nell’ottimizzazione. Uno degli errori che fanno tanti dei nostri studenti è quello di pensare che on line sia tutto bello, pronto e perfettamente funzionante. A costo di essere dei guasta feste, sappiate che prima vi togliete questa convinzione dalla testa, prima riuscirete a padroneggiare la materia in maniera funzionale al making vero e proprio. Se questo Word Clock vi sembra una sciocchezza composta da una shell, quattro pulsanti, qualche LED e un display, provate ad analizzarla e a fare qualcosa di vostro. Vi renderete presto conto che i concetti da padroneggiare sono tantissimi e, spesso, la messa in pratica della teoria rivela criticità e insidie assolutamente non preventivate.
Se volete seguire gli sviluppi del Daft Punk Word Clock, non vi resta che andare sulla pagina riservata al progetto.