Raspberry Pi 4 e cabinato arcade. Dove eravamo rimasti? Dopo aver fatto una panoramica generale sul progetto, è giunto il momento di parlare di sistemi operativi. Sì, perché sul nostro Pi possiamo installare diverse distribuzioni di OS. Benché siano molto simili, ci sono alcune differenze che potrebbero far propendere verso l’una o l’altra release. Dopo averne provate un certo quantitativo in fase di testing, abbiamo deciso di presentarne essenzialmente quattro. Per la lista degli emulatori disponibili nelle varie distro, vi rimandiamo alle pagine ufficiali dei sistemi operativi.
Andiamo ad analizzarle singolarmente, cercando di estrapolare i motivi per i quali potrebbe essere preferibile l’una piuttosto che l’altra. La lista che vi abbiamo proposto, comunque, non presenta sistemi operativi scadenti o poco sfruttabili. Sono tutti e quattro eccezionali e perfettamente funzionali al nostro utilizzo.
Batocera
L’OS del momento in ambito retrogaming. In rete sono disponibili dei file pre-compilati del sistema operativo che sono specifici per Raspberry Pi 4. Questo aspetto è molto importante, perché le prestazioni del Pi 4 migliorano sensibilmente le performance degli emulatori critici per antonomasia: Dreamcast, Nintendo 64 e PSP. Si tratta di un sistema “Debian-Based” e utilizza RetroArch come piattaforma front-end. L’installazione è piuttosto semplice e, nel caso in cui prendiate un pacchetto “all inclusive” che magari ha preparato qualche appassionato al posto vostro, vi ritrovate in un attimo un sistema operativo completo con emulatori e tantissime rom pre-installate. Il sistema è molto intuitivo e molto stabile e non necessità di grosse ottimizzazioni. Se non siete smanettoni e volete una release pronta per giocare, questa è una validissima alternativa.
Lakka
No, non è un prodotto per capelli specifico per teen ager amanti delle K. Si tratta del sistema operativo per retrogaming più facile in assoluto da installare e da gestire. Anch’esso basato su RetroArch, deve la sua semplicità di utilizzo e gestione al fatto di essere una release poco complicata e quasi del tutto priva di add-on. Gli appassionati lo definiscono “Vanilla RetroArch OS”, ovvero una versione del tutto basilare e priva di fronzoli. Ma allora perché questo sistema operativo è così popolare e apprezzato? Risposta: perché è facile e immediato. Qualsiasi Pad o Controller viene riconosciuto e non necessita di procedura di assegnazione dei tasti. Inoltre, per molte funzionalità non occorre utilizzare una tastiera e se siete giocatori che amano utilizzare la funzione Save State, potete arrivarci tranquillamente in game senza dover fare giri strani. Inoltre, risulta facilissimo utilizzare i Cheat Code. Il Front-End utilizzato è Libretro con XMB come interfaccia. L’unica pecca è data dal fatto che questo sistema operativo non conosce le mezze misure: se è vero che è facile da installare e non richiede settaggi di base, quando si arriva a voler personalizzare l’audio/video e gli shader degli emulatori, le opzioni sono talmente tante che ci sentiamo di consigliarlo solo agli utenti pro. Per il resto, se volete un sistema operativo già pronto all’uso, nel quale caricare soltanto le rom, Lakka è la miglior scelta possibile.
Recalbox
Sistema Operativo molto utilizzato su console commerciali basate su Raspberry Pi (Odroid, Retroflag etc.). A partire dalla release 7.0, Recalbox funziona sul Raspberry Pi 4, quindi attenzione a scaricare la distro corretta. Con questa versione abbiamo una serie di nuovi emulatori, un eccellente supporto per i controller e una nuova partizione di condivisione che permette di rimuovere facilmente la scheda microSD per aggiungere software ROM tramite un PC. A prima vista, Recalbox è molto simile al sistema operativo di cui parleremo a breve: RetroPie. Questo perché Recalbox utilizza sia EmulationStation che RetroArch. Il sistema permette di utilizzare una schermata iniziale personalizzata, musica del menu e della schermata principale. A livello di personalizzazione, Recalbox mette a disposizione diversi shader e diverse configurazioni a livello di scanline. Il problema inizia quando vogliamo cercare di aggiungerne altri, perché non è affatto immediato. Installatelo se volete qualcosa di un po’ più moderno di RetroPie, ma che magari gli somigli molto.
RetroPie
Ultimo, ma solo per questioni alfabetiche. Non c’è un appassionato di retrogaming che non conosca RetroPie. Il progetto è decisamente vecchio, ma ha una community di supporto che fa letteralmente impressione. Non c’è un problema che non abbia soluzione e, non appena si fa una domanda, si viene sommersi di risposte. Utilizza Raspbian come base, insieme a EmulationStation e RetroArch. Il frontend EmulationStation offre una bella interfaccia per i giochi e RetroArch, un frontend API Libretro, garantisce controlli adeguati. A livello di personalizzazione, abbiamo una serie di temi tra i quali scegliere, più di 50 sistemi di gioco emulati e il centro multimediale Kodi integrato. Per quanto riguarda la compatibilità con Raspberry Pi 4, occorre stare molto attenti e scaricare la release Retropie 4.7 per Raspberry Pi4 e Pi400. Rispetto ad altri sistemi operativi, richiede di lavorare un po’ sui settaggi dei controller, ma nel complesso si rivela essere ancora un sistema operativo affidabile. L’arma in più rispetto agli altri è, senz’altro, la community. Se siete alle prime armi e non volete passare ore a capire come risolvere i problemi di un sistema operativo, RetroPie può tranquillamente fare al caso vostro.
Adesso che abbiamo le idee un po’ più chiare su quale distribuzione scegliere, muoviamo vittoriosi verso il passo successivo.
Come si installa il Sistema Operativo?
La risposta è molto semplice: come qualsiasi altro sistema operativo per Raspberry Pi.
Ecco quanto ci occorre:
- iso del sistema operativo.
- Software Balena Etcher.
- Micro SD Card.
Una volta preparata la SD con il software Balena Etcher, siete pronti per andare avanti. A questo punto avete grosso modo tre strade:
- Inserire le ROM direttamente sulla SD, tramite le apposite cartelle.
- Inserire le ROM tramite SSH.
- Inserire le ROM tramite unità USB esterna.
Prima di proseguire, è doveroso fare una precisazione.
La prima delle tre alternative è possibile soltanto se la SD con il sistema operativo caricato è collegata a un PC che ha le ROM sull’hard disk (o su chiavetta esterna). Per quanto riguarda le altre due, dovrete agire direttamente con la SD montata sul Raspberry Pi 4. A questo proposito, è molto più semplice effettuare le varie configurazioni attraverso la tastiera. Lasciate pad e controller solo e unicamente al gioco: non che non si possano usare, ma si va molto più rapidi con la tastiera.
Torneremo a parlare di sistema operativo quando il cabinato sarà montato e verrà quindi il momento di lavorare sul codice per abilitare le varie funzioni e rendere effettivamente funzionante l’intero sistema.
Attenzione: come già ampiamente sottolineato nel video delle news di Ottobre, Moreware è assolutamente contrario alla pirateria e all’utilizzo di codice contraffatto. Elaboriamo e sviluppiamo questa tipologia di progetti solo e unicamente a scopo didattico. Si declina pertanto ogni responsabilità relativa ad eventuali problemi, danni o rischi che l’utente può incontrare nell’utilizzo di software che violano le leggi vigenti.
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