Spesso quando parliamo di reti e dispositivi di connessione, utilizziamo termini come “modem“, “router“, “access Point“, “switch” o “scheda Wi-Fi“, senza conoscere realmente il loro significato. Anche quando parliamo con studenti o persone già entrate nell’ambito del professionismo, sentiamo utilizzare queste parole quasi come se fossero sinonimi, ma la realtà è che un modem, un router, un access point, uno switch e una scheda Wi-Fi sono dispositivi molto differenti tra loro. Essi, infatti, assolvono compiti precisi e molto diversi,
Il fatto è che se si vuole comprendere il funzionamento di una rete di calcolatori, bisogna conoscere molto bene questi dispositivi. Non si può, infatti, progettare o programmare qualcosa su basi precarie o fondando tutto il lavoro su concetti mal compresi o confusi. Proviamo dunque a fare chiarezza e a comprendere cosa sono, come vengono utilizzati e come funzionano questi componenti all’interno della rete. Esamineremo il Router e la Scheda Wi-Fi in articoli successivi, affinché ci si possa concentrare totalmente su ognuno di essi.
Access Point
Iniziamo subito dicendo che un Access Point non può funzionare “da solo”. Sì, perché il suo compito è quello di creare un accesso wireless prendendo il segnale da una rete cablata. Questo tipo di dispositivo, infatti, si “appoggia” al Router, prelevando il segnale da quest’ultimo via cavo ethernet ed emettendolo in wireless, permettendovi di collegarvi alla rete internet con il vostro cellulare, il notebook o il tablet.
Il motivo delle idee confuse, in questo caso, deriva dal fatto che in commercio esistono dei Router Wireless “Ibridi” che hanno all’interno sia il Router che l’Access Point, ma si tratta per lo più di soluzioni domestiche che prediligono un ridotto fattore di forma, piuttosto che le prestazioni o le possibilità di configurazione. La cosa che occorre avere ben chiara, in questo caso, è che l’Access Point non crea una nuova rete, ma estende l’operatività della rete principale (cablata). Tener conto di questo aspetto è fondamentale quando si progetta un sistema come questo, perché la larghezza di banda a disposizione è sempre la stessa, sia essa wired (cablata) o wireless (Access Point).
A questo proposito, sappiate che un Access Point evoluto permette una configurazione molto ampia della rete. Ad esempio, configurando un accesso di tipo “Guest” (per gli ospiti), potete decidere voi quanta larghezza di banda concedere a chi si collega alla vostra rete, in modo tale che un ospite abbia solo quel quantitativo di banda da utilizzare e non l’interno canale. Allo stesso modo, con opportune configurazioni, è possibile creare anche dieci sottoreti all’interno di un’azienda, in modo tale da isolare i vari reparti per concedere la massima larghezza di banda solo a chi ne ha effettivamente bisogno per i processi operativi più pesanti.
Un altro errore “seducente” potrebbe essere quello di confondere l’Access Point con il Range Extender. Un Range Extender è un dispositivo che si occupa solo ed esclusivamente di amplificare il segnale Wi-Fi, utile ad esempio in configurazioni su più piani come potrebbe essere una villa o un ostello. L’Access Point, oltre a creare un accesso wireless alla rete, permette tutta una serie di configurazioni come la gestione simultanea dei dispositivi ad esso collegati.
Quindi, ricapitolando: senza un Access Point (AP) può esserci un Router, ma senza un Router non può esserci un Access Point. Capito perché non sono assolutamente la stessa cosa?
Adesso che abbiamo capito cos’è e cosa fa un AP, vediamo di analizzarne le diverse tipologie in commercio, per chiarirvi un po’ le idee. Innanzi tutto, diciamo che il protocollo di trasmissione impiegato per reti WLAN (Wireless Local Area Network) è l’802.11 con le sue diverse categorie.
- AP Professionali: sono gli Access Point più evoluti (e costosi). Programmabili in ogni più piccola caratteristica, sono dotati di Beamforming di alto livello per fare in modo che la linea non abbia eccessivo decadimento quando si collegano dispositivi distanti, e dispongono di protocolli di sicurezza molto più elevati e un numero di host assegnabili tipicamente adatto a un ufficio o a un’azienda.
- AP Standard: sono tra gli access point più diffusi a livello commerciale, generalmente dotati di alimentatore di corrente esterno. Generano una rete wireless lavorando su varie tipologie di frequenze. Il protocollo 802.11n, ad esempio, opera sia su frequenze a 2,4 GHz sia su quella a 5 GHz (Dual Band), mentre l’802.11ac lavora solo sulla gamma a 5 GHz. Quest’ultima ha prestazioni migliori perché risente meno del rumore elettromagnetico generato dagli altri dispositivi.
- AP POE: acronimo di “Power Over Ethernet“, identifica una categoria di Access Point in cui l’alimentazione è fornita direttamente dal cavo Ethernet, che si appoggia generalmente a uno switch esterno. Questa soluzione tecnica ha numerosi vantaggi, specie in quelle situazioni in cui è difficile portare l’alimentazione elettrica in ogni punto in cui installare un AP. Questo, inoltre, permette di abbassare notevolmente i costi di realizzazione e installazione della rete (meno cablaggi).
- AP USB: Access Point che funziona prendendo l’alimentazione dalla porta USB del PC. Permette, ad esempio, di connettere un notebook o un desktop alla rete in Wi-Fi. Non è senz’altro una scelta prestazionale, ma si rivela comoda e anche relativamente economica.
Cosa controllare prima dell’acquisto?
Come per il Router, acquistare un Access Point può rivelarsi più ostico del previsto se non si ha ben chiaro l’utilizzo che faremo del dispositivo. Un conto è una rete domestica, un conto è la rete della “geek room” in soffitta e un conto è una rete aziendale. Andare sul primo e-shop senza sapere cosa guardare, porterà inevitabilmente ad un acquisto errato o comunque mal calibrato.
Ecco alcune caratteristiche da tenere in considerazione:
- Numero di Host massimi supportati: è il massimo numero di dispositivi collegabili all’Access Point. State sempre un po’ più larghi con i conteggi, non si sa mai. L’appetito vien mangiando. Se sforate con gli host o l’ambiente in cui lo fate lavorare è troppo grande, dovrete comprare un altro AP e creare una mesh grazie alla tecnologia Roaming.
- Crittografia: i nuovi modelli supportano ormai tutti il sistema WPA/WPA2. Non consigliamo l’acquisto di vecchi dispositivi senza queste caratteristiche. Una rete va sempre e comunque crittografata.
- Supporto Multi-SSID: se lo scopo del vostro progetto è quello di utilizzare l’AP per creare sotto-reti, questa caratteristica è fondamentale e non deve assolutamente mancare. La Multi-SSID, infatti, vi permette di assegnare delle chiavi Nome Utente e Password alle varie sotto-reti, in maniera tale da crittografarle singolarmente.
- Classi Disponibili e tipi: Classe B: portata di 11 Mbps – Classe G: portata di 54 Mbps – Classe N: 300 o 450 Mbps – Classe AC: 1.3 Gbps. Sono parametri importanti, perché con le linee fibra ad alte prestazioni, una classe troppo bassa influisce negativamente sulla prestazione. Occhio al prezzo: alcuni dispositivi “datati” vengono venduti a prezzi molto convenienti perché rimanenze di magazzino.
- Numero di antenne: è totalmente ininfluente. Questa è una di quelle leggende metropolitane che si è diffusa nel web grazie al marketing, ma all’atto pratico se l’Access Point ha più antenne di un altro non significa che sia necessariamente un prodotto migliore. Non fatevi ingannare da design accattivanti, lucine e tutto il resto. Un AP deve fare il suo lavoro, e deve farlo bene. Tutto il resto sono vezzi estetici fini a sé stessi. Occorre semmai fare attenzione al guadagno fornito dall’antenna, che si traduce in una copertura più ampia dell’access point.
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