Lo YouTuber Jeff Geerling in un post sul suo blog ha approfondito l’argomento riguardante il supporto SATA integrato per quanto concerne il modello Raspberry Pi Compute Module 4. Oltre a un articolo vi è anche un video che spiega questa tematica.
Al momento non è possibile effettuare il boot da disco SATA.
Quindi ora su Raspberry Pi Compute Module 4 vi è il supporto SATA nativo plug and play, come su Windows 10.
La domanda che uno si pone è la seguente: perché sprecare tante energie da parte dei programmatori per riscrivere il kernel in tal modo da creare un supporto nativo quando vi sono nel mercato migliaia di tipi di adattatori USB-to-SATA?
La risposta è la seguente: nel momento in cui si utilizza un adattatore USB-to-SATA si perde circa tra il 10% e 20% della velocità rispetto al collegamento nativo. Inoltre il RAID è più difficoltoso e pericoloso.
Per quanto riguarda gli altri modelli ci sono due soluzioni se si vuole utilizzare un disco SATA.
La prima è quella di riscrivere il kernel. Ricompilare il kernel non è una operazione impossibile ma (giustamente) non è realizzabile da molti utenti Raspberry Pi in quanto è una procedura ostica e lunga. Inoltre si deve ricompilare il kernel ogni volta che c’è un aggiornamento del sistema operativo.
La seconda è quella di utilizzare il classico adattatore USB-to-SATA sacrificando leggermente le performance del disco.
Qual è il vantaggio di questo sistema? Il vantaggio consiste nella semplificazione della creazione di sistemi RAID NAS fatti in casa con l’ausilio della board Raspberry Pi Compute Module 4. In aggiunta si avrà la possibilità di aggiungere altri dischi SATA utilizzandoli alla massima velocità.
Se vuoi approfondire puoi leggere l’articolo di Jeff Geerling presente sul suo blog (clicca qui).
Per coloro i quali volessero vedere il video ecco qui.
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Link utili
- Arduino UNO R3
- Elegoo UNO R3
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Simone Candido
Simone Candido è un ragazzo appassionato del mondo tech nella sua totalità. Simone ama immedesimarsi in nuove esperienze, la sua filosofia si basa sulla irrefrenabile voglia di ampliare a 360° le sue conoscenze abbracciando tutti i campi del sapere, in quanto ritiene che il sapere umano sia il connubio perfetto tra cultura umanistica e scientifica.