La nuova versione di Raspi Imager include una funzionalità che consente di configurare il sistema operativo prima di eseguire il flashing.
Il gruppo di sviluppo di Imager ha creato un modo più semplice per precaricare la scheda microSD con il sistema operativo ufficiale Raspberry Pi OS. Vediamo di seguito una breve presentazione delle nuove utility di Raspberry Pi Imager.
Chiunque abbia avuto a che fare con il Raspberry PI per più di un mese avrà provato la necessità di avere a propria disposizione più schede microSD con configurazioni differenti di sistema operativo. Infatti, olre al classico Raspberry PI OS a 32 bit esistono innumerevoli altre distribuzioni basate su Linux, sia a 32 che a 64 bit. Ciascuna distribuzione dispone degli strumenti più adatti per un determinato scopo: media player, video storage, NAS, sicurezza e così via.
Il software può essere scaricato su qualsiasi piattaforma o sistema operativo, e consente di creare una scheda microSD pronta per l’esecuzione installando un qualsiasi sistema oeprativo compatibile con in nostro Raspberry PI. I passaggi per l’installazione sono semplicissimi:
Si sceglie il sistema operativo da installare, anche tra distribuzioni specificamente configurate, poi si definisce il media di supporto (che tipicamente è una scheda microSD), si lancia la copia e si attende. Dopo alcuni minuti il sistema sarà installato, mentre l’applicazione provvederà ad eseguire un controllo di validità. Semplicissimo!
Ma è sempre possibile migliorare qualcosa che già funziona bene.
La versione 1.6 di Imager nasconde alcune caratteristiche speciali: vediamole assieme.
Scelta dei sistemi operativi
Oltre alle numerose possibilità offerte dall’appliczione, troviamo una nuova opzione che ci permette di installare sul PI una versione di Manjaro, tra le numerose possibili: la colorata KDE, la ultraleggera XFCE, l’amichevole Mate e la versione minimal da soli 400 MB.
Tra i sistemi operativi “special purpose” troviamo invece OctoPI, un sistema già predisposto per la gestione (locale o in remoto) di stampanti grafiche 3D (ne abbiamo parlato diffusamente in questo articolo).
Infine, è presente ThinLinx, un sistema specifico thin client per le versioni di Raspberry PI 2 e precedenti (sino alla zero) caratterizzato da un footprint di soli 300 MB.
Sorpresa!
Ma le novità non si fermano qui. Premendo infatti la sequenza di tasti Control-Shift-X dall’interno di Imager, si apre un menù “segreto” che consente di impostare diverse opzioni avanzate per la prima configurazione della nuova macchina, senza dover passare attraverso il noioso wizard, o copiare file dopo l’installazione.
Le opzioni sono le seguenti:
- Overscan – Consente di impostare l’overscan sui sistemi che ne hanno bisogno, senza passare dal file di configurazione.
- Hostname – Permette di configurare la macchina con un hostname diverso dal classico “raspberrypi.local”, utilssimo nel caso di app-server.
- SSH Enable – Con questa opzione è possibile settare automaticamente i parametri di configurazione per l’accesso in SSH, sia attraverso username e password che tramite public key authentication.
- WiFi – Ebbene si… è possibile creare la nostra immagine Linux con i parametri di configurazione WiFi già preimpostati!
- Locale – Definisce le variabili per la localizzazione del sistema (timezone e keyboard layout)
- Telemetry – Abilita la telemetria (utilissimo nel caso di sensor server station).
Link utili