Quando ci si avvicina per la prima volta al mondo del making, ci si trova generalmente di fronte ad un bivio: Raspberry Pi o Arduino?. Molto spesso essendo all’inizio, il motivo per cui ci si orienta su una piattaforma piuttosto che su un’altra, è basato sui gusti personali o sulle numerose leggende metropolitane che circolano attorno ai due dispositivi. Tralasciando le differenze tra le due board e i consigli generali sul come e quando preferire l’una all’altra (se siete neofiti o semplicemente non avete chiare le differenze, leggete qui), ci dedicheremo a dare qualche consiglio in più su Raspberry Pi, sul suo funzionamento e su qualche consiglio generale, nel tentativo di sfatare molti dei tanti (troppi) falsi miti generati da opinioni del tutto personali che troppo spesso e inspiegabilmente, diventano dogmi.
Molto spesso parlando con i neofiti o con gli studenti, viene fuori l’argomento inerente al dover sempre comprare l’ultimo modello di board. È necessario? Diciamolo una volta per tutte: no. Il concetto alla base del making non ha nulla a che vedere con la moda o con il marketing fine a se stesso. Non ci stancheremo mai di dirlo: non approcciatevi mai ad un progetto senza conoscerne le finalità di utilizzo e l’impiego che ne farete voi o l’utilizzatore finale. Ad esempio, è necessario l’ultimo modello di Pi per far girare un emulatore del Nintendo 8bit? La risposta la sapete benissimo. Imparate a spendere i soldi giusti che occorrono di progetto in progetto, lasciate la moda da parte, altrimenti le spese rischiano di diventare incontrollabili.
Questa è un’altra leggenda metropolitana direttamente collegata al punto precedente. Ci è capitato infatti di avere a che fare con neofiti entusiasti che sono partiti con l’idea di comprare il loro primo Raspberry Pi e hanno finito per comprare qualsiasi accessorio ad esso collegato: dissipatore a torre, ventola, case, tastiera, due o tre memorie SD per avere più di un sistema operativo eccetera. Il copione è sempre lo stesso: arriva il pacco a casa, si spacchetta tutto, tutto bello e bellissimo ma poi? Serve davvero tutto ciò che avete acquistato? No, non serve assolutamente a nulla. Vi ricordate quella vecchia tastiera USB che avete buttato in un cassetto perché non aveva la retroilluminazione? Ecco, per il Raspberry Pi è perfetta. E le ventole? Anche qui, leggete il primo punto, perché a seconda di cosa volete fare la ventola sul Raspberry è completamente inutile. L’unico acquisto che consigliamo all’inizio, è quello relativo al case, perchè comunque la protezione dell’hardware resta comunque un’ottima cosa. Per tutto il resto, tenetevi i soldi in tasca.
Con l’arrivo delle ultime release della board, è successo quello che tutti gli addetti ai lavori temevano: sempre più persone stanno cercando di implementare Windows su Raspberry Pi. La domanda è sempre la solita: Ma perché? Dobbiamo avere ben chiaro che Raspberry Pi non è un PC desktop, non è stato concepito per questa tipologia di utilizzo e benchè si stia riuscendo a implementare altri sistemi operativi rispetto a quelli tradizionali, è molto meglio passare oltre e iniziare ad utilizzare la board in maniera più affine al suo funzionamento e alle motivazioni per la quale è stata creata. Server? Internet of Things? Vi dicono nulla questi termini? Se non vi dicono nulla iniziate a cercare in rete e, ben presto, potete scoprire un mondo di cose davvero molto interessanti e ideali da sviluppare con il “lampone”. Windows lasciatelo sul PC desktop.
Questo è uno degli argomenti più discussi e controversi che si possano trovare nelle community e nelle solite chiacchierate con studenti, neofiti e appassionati: dove si trovano i cloni di Raspberry Pi? Iniziamo subito dicendo che no, non esistono cloni di Raspberry Pi. Alla base della questione c’è il fatto che, a differenza di board come Arduino, Raspberry Pi non è un dispositivo “Open Hardware”. Con il termine “Open Hardware” si intende un qualsiasi dispositivo che possa essere riprodotto fedelmente da altri senza il minimo problema legale. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che tutto ciò che trovate con il simbolo del lampone è prodotto su licenza della fondazione Raspberry Pi, la quale si appoggia a costruttori per la realizzazione di esemplari di board non vendute direttamente dalla fondazione stessa. Tutte le altre board che molti considerano “cloni”, sono semplicemente qualcosa che si ispira a Raspberry Pi, ma di fatto stiamo parlando di prodotti differenti (e, a volte, anche più performanti).
Niente di più sbagliato. Se la pensate così o vi hanno detto di pensarla così, sappiate che siete decisamente fuori strada. Iniziate a pensare con la vostra testa e non fidatevi sempre di quelle persone che tendono a dirvi che studiare qualcosa è superfluo o “roba vecchia”. Guarda caso si tratta sempre di persone che vogliono vendervi qualcosa o che hanno un interesse particolare a diffondere un certo tipo di materiale. Vi diranno che basta copiare gli sketch degli altri o che board come Raspberry Pi sono talmente supportate a livello di community che non è assolutamente necessario programmare per creare progetti. Questo discorso piuttosto strano è valido all’inizio, con i classici progetti guidati per muovere i primi passi e che si trovano nei tipici manuali cartacei compresi nei kit, ma poi? Raspberry Pi è basato su Python, se non sapete come programmare potreste trovare molte difficoltà a far funzionare il vostro progetto, anche perché potete anche partire da un progetto esistente e realizzato da altri utenti, ma per adattarlo al caso vostro dovete sapere dove mettere le mani e indovinate un po’: per farlo, occorre saper programmare. Volete saperne di più? Mettiti comodo e guardati le Pillole di Python.
Qui si rischia seriamente di essere fraintesi. L’acquisto di un libro è una buona cosa in senso stretto perché avere una libreria fornita aiuta sempre ad avere sotto mano informazioni pronta mano e fogli specifiche inerenti alle varie board, tuttavia nel campo del making lo sviluppo è talmente veloce che un libro cartaceo diventa obsoleto ancora prima di arrivare sugli scaffali. Se volete documentazione e tenervi sempre aggiornati, attingete dalle riviste periodiche on line (MagPi magazine), dalle community e da tutto ciò che è continuamente in aggiornamento.