La pratica di acquistare sul mercato cinese è ormai consuetudine nel making, attirati dalla possibilità dei forti sconti e degli importanti stock messi a disposizione per ordini ingenti. Non è però tutto oro quello che luccica, occorre avere un po’ di esperienza e fare un po’ di attenzione a cosa si acquista, senza ovviamente dimenticare l’aspetto legato ai dazi e all’iva. Vediamo quindi qualche consiglio legato all’esperienza maturata negli anni da parte di noi di Moreware.
Quante volte avete sentito dire che i cloni di board, shield, HAT, batterie e quant’altro, fossero assolutamente identici alle controparti originali? Tantissime, ma è sempre così? Assolutamente no. Non stiamo dicendo che i cloni siano sempre e comunque da evitare nel making, però cercate sempre di fare attenzione a cosa acquistate, soprattutto dal punto di vista delle batterie LiPo: una batteria al litio difettosa, può esplodere e provocare danni da ustione o da deflagrazione. State sempre molto attenti e cercate di acquistare cloni che provengono da marchi conosciuti, con anni di esperienza nel settore.
Siete nel mezzo della realizzazione di un progetto di making e vi rendete conto che non avete i componenti necessari e, magari, avete una dead line ravvicinata per questioni editoriali, scolastici o commerciali che richiede il reperimento del pezzo con la massima urgenza. In questo caso è molto meglio evitare il mercato cinese, i tempi di consegna sono generalmente elevati (20 giorni almeno) e non c’è mai reale certezza del giorno di consegna. Per le urgenze, meglio il mercato europeo.
Può sembrare un consiglio esagerato, ma comprare i pezzi contati nel making aumenta il rischio di imprevisti. Componenti come gli amplificatori operazionali, i resistori, i led, i fili o comunque elementi che possono sempre servire e sono comuni a quasi tutti i progetti, è sempre meglio averli in buone quantità. Il mercato cinese è strutturato in modo tale da incoraggiare questa pratica, pertanto datevi un budget e, quando vi rendete conto che state rimanendo senza componenti, fate un ordine cumulativo. Ordinare prima di restare senza materiali, evita il problema della lunga attesa della consegna, ma soprattutto in caso di board o shield, permette di ovviare ai pezzi difettosi che purtroppo tendono ad essere un problema comune, se ci si affida a produttori poco conosciuti o con basso controllo di qualità.
Questo è un altro aspetto che andrebbe tenuto in considerazione. Finché si tratta di un componente elettronico da pochi centesimi o pochi euro, nel caso in cui vi arrivi difettoso o non funzionante, poco male. Se avete acquistato a stock, ci sarà senz’altro un esemplare o più esemplari funzionanti, quindi nella quantità ci può stare anche il pezzo difettoso. Discorso diverso se si sta acquistando dispositivi elettronici come tablet, smartwatch o notebook: la garanzia potrebbe anche esistere, il problema è il riuscire a mettersi in contatto con aziende dall’altra parte del mondo e che potrebbero chiedervi di rispedire indietro il componente. Tra spese di spedizione e la possibile dogana al ritorno, spesso il gioco non vale la candela.
Come detto ad inizio articolo, non tutto l’oro cinese luccica, anzi… Molto spesso non è assolutamente oro. Fate sempre un giro in rete per capire quanto costa un prodotto sul mercato europeo, a quel punto date uno sguardo al mercato cinese. Quasi la totalità delle aziende di hi-tech produce in Cina, pertanto è abbastanza facile riconoscere gli stessi prodotti a prezzi decisamente inferiori, visto che se li comprate in Europa dovete pagare la spedizione e il guadagno di chi ve li vende. Se ad esempio state cercando una SD per il vostro Raspberry e trovate lo stesso prodotto venduto ad un terzo del prezzo di listino europeo, fate attenzione: alcune volte si tratta di componenti che non hanno superato il controllo di qualità e quindi vengono venduti a prezzo di svendita per evitare di doverli scartare del tutto. Funzionano? Magari sì, ma difficilmente avranno le stesse prestazioni dello stesso componente che però ha superato il controllo di qualità, ergo… Be smart!
Sebbene la pratica di acquistare direttamente in Cina sia ormai in voga da anni non solo nel making, ci sono tutt’ora persone che sono convinte che non si paghino iva e dazi doganali. Diciamolo una volta per tutte: è vero solo in parte. Se l’importo di materiale e spese di spedizione è inferiore a 22 euro, non si paga nulla, se però il vostro acquisto (materiale più spese di spedizione) ha un costo compreso tra 22,01 euro e 150 euro, si pagano iva (22%), oneri e spese di sdoganamento (7,50 euro). Se il prezzo è invece compreso tra 150,01 e 1000 euro, al tutto si aggiunge il dazio doganale. Se siete tra i fortunati che non hanno mai subito un controllo l’avete sempre fatta franca, ma sappiate che se il pacco viene sottoposto ad accertamento, i tempi di consegna si allungano considerevolmente. Nella peggiore delle ipotesi, aggiungete al prezzo almeno il 35% in più. Sono calcoli che vanno fatti, considerato che si attinge al mercato cinese con il preciso intento di risparmiare il più possibile.