Oggi presentiamo un testo ideale per chiunque fosse interessato alla stampa 3D ma non avesse idea di dove iniziare.
La stampante 3D sembra essere diventata il nuovo oggetto del desiderio tecnologico. Anche se quasi nessuno sa bene come funzioni e quali limitazione abbia, chiunque accarezza l’idea di poter creare piccoli oggetti direttamente dalla manipolazione della plastica o della resina prodotta da una “mano” elettronica guidata da un programma di computer. L’oggetto viene inquadrato in quel periodo spazio-temporale in cui le riviste scientifiche lasciano l’argomento a quelle specializzate in consumer technology, e il topic inizia a far capolino all’interno delle rubriche del telegiornale.
Dopo il software libero, arriva l’hardware libero
La crociata di Stallman a favore di un software libero da vincoli e disponibile gratuitamente per tutti è nota tra i cultori della programmazione, gli hacker di prima generazione (quando hacker era sinonimo di “aggiustatore”, un po’ Spock e un po’ McGyver). Meno nota è la campagna immediatamente successiva per liberare l’hardware e renderlo non solo fruibile, ma anche realizzabile da chiunque. In tale periodo nasce l’idea di una macchina in grado di replicare se stesssa, una RepRap, Replicating Rapid Prototiper. E infatti le primissime stampanti 3D nacquero con l’intento di creare i pezzi necessari alla propria produzione. Successivamente le idee presero strade differenti, ma la storia della nascita del concetto resta comunque affascinante.
L’autore: Paolo Aliverti
Paolo Aliverti si definisce una persona curiosa, appassionata e molto indaffarata.
Sul suo sito racconta di aver inziato a programmare e interessarsi di elettronica negli anni ’80, all’età di 10 anni. Si è laureato al Politecnico di Milano nel 1999/2000 con una tesi in Robotica. Ha lavorato come programmatore, analista programmatore e project manager presso varie società tra cui Giorgio Armani e il gruppo Trenord. Nel 2014 ha aperto una società, fabb srl (www.reelco.it), che si occupa di elettronica e riparazioni elettroniche industriali.
Nel 2018 ha fondato OpenElectric, un progetto/startup per realizzare elettrodomestici riparabili.
Nel 2011 ha fondato FabLab Milano e Frankenstein Garage, progetti che hoa lasciato nel 2014 per occuparsi di fabb srl.
Scrive libri tecnici e divulgativi su temi tecnologici e innovativi. È irrestibilmente attratto dalle montagne.
Il formato
Il libro offre oltre 250 pagine di storia e tecnica della stampa 3D. L’Autore ci ha abituato ad un eloquio fluente e puntuale, ricco di collegamenti storici e tecnici ma mai pesante. Sono anche presenti numerosi schizzi tecnici ed immagini a colori che rendono ancora più semplice la comprensione dei diversi approcci al problema della creazione di oggetti reali a partire da un’idea digitale.
La narrazione si svolge attraverso otto sezioni principali:
- Introduzione
- Tecnologie
- Com’è fatta una stampante FDS/FFF
- Come funziona una stampante 3D
- Progettare in 3D
- Stampanti
- Hackewr, Maker e Software Libero
- Oggetti
Ogni macrosezione è a sua volta suddivisa in capitoli che prendono in esame in modo più approfondito ciascun elemento. E se la frase precedente sembra lapalissiana, credetemi: purtroppo non sempre è così…
A chi è diretto
Il libro è una lettura ideale per chiunque stia accarezzando l’idea di acquistare una stampante 3D ma non abbia le idee chiare sul come o sul perché scegliere.
Oltre ad una interessante trattazione tecnica e tecnologica delle stampanti abbiamo in aggiunta il racconto della storia relativa alla nascita del concetto di stampante 3D, negli Stati Uniti ed in Italia.
Completa il libro una sezione relativa alla nascita del movimento Maker come estensione logica del Software Libero.
In fin dei conti si tratta di un libro sulla stampa 3D che approfondisce l’argomento in modo ragionato e completo. Se proprio dobbiamo trovargli un neo, avrei personalmente apprezzato molto un capitoletto legato agli esempi di produzione di oggetti 3D nella fantascienza, a partire ovviamente dal replicatore di Star Trek, ma senza dimenticare esempi meno noti ma altrettanto eclatanti come Metropolis al cinema o “Eran mestrizzi i Borogovi” di Henry Kuttner.
Ma ovviamente si tratta di minuzie…
Il testo si può trovare sia in formato PDF che cartaceo.
Di seguito i link: