Con retrogaming si intende quel software ludico per piattaforme a 8 o 16 bit utilizzati dai primi home computer e riscoperti in emulazione sul Raspberry PI.
Videogames, che passione! Chi come me ha qualche anno in più sulle spalle ricorderà sicuramente la prima ondata di console e home computer: nomi come Nintendo, Sega, Commodore, Sinclair, MSX ci riportano a periodi in cui trascorrevamo i pomeriggi a sparare, calciare, guidare su paesaggi pixellati ed improbabili, ma che per quei tempi erano il non plus ultra ludico. Il tempo è trscorso, ma la passione è rimasta, e ci si trova di nuovo in epoche tecnologicamente avanzate a riprodurre ed emulare la nostra vecchia fabbrica dei sogno.
Retrocomputing moderno ed emulazione
Il titolo potrebbe apparire un ossimoro, ma non lo è. Emulare il software (e soprattutto l’hardware) di un altro sistema è operazione delicata e pesante. Per questo l’operazione di virtualizzazione viene sovente demandata a sistemi più potenti e veloci. Amiga 1000, ad esempio,avrebbe saltato la presentazione al Vivian Beaumont Theatre di New York, a causa della mancata produzione dei tre mitici chip di controllo (Agnus, Denise e Paula) se non si fosse provveduto a “sostituirli temporaneamente” con altrettante Sun Sparc in emulazione.
Il nostro Raspberry è ideale per lanciare software che emulino un’altra piattaforma, con i suoi 4 cores e le uscite HDMI per la grafica. E nel testo analizzato, come vedremo, viene presentato un sistema oeprativo progettato specificamente per l’emulazione di videogames.
Ma andiamo con ordine.
L’autore
L’idea editoriale di creare una pubblicazione dedicata al retrocomputing su Raspberry PI (ma non solo…) è dovuta a Lucy Hattersley, curatrice di The MagPI Magazine (l’organo di stampa ufficiale della Fondazione).
Alla stesura degli articoli hanno collaborato anche Bob Clagett, David Crookes, PJ Evans, Rosie Hattersley, KG Orphanides, the Ruiz Brothers, Mark Vanstone.
Già, perché non ci troviamo di fronte al classico manuale d’uso: questo testo raprpesenta una raccolta degli articoli pubblicati dal MagPI magazine nel tempo, e spazia dalla preparazione dell’hardware alla configurazione del software RetroPie, ora ufficialmente compatibile, (seppure in beta) con il PI 4, dall’hardware utile per il gioco (joystick, paddle, controller, sistemi audio) alle macchine emulate, dai tutorial per scrivere nuovi giochi aai progetti Arcade alternativi.
Il formato
Il libro è composto di 164 pagine, divise in una trentina di articoli completi, ed è disponibile sia in formato cartaceo, 10 sterline che concorrono a sostenere la Fondazione per lo sviluppo del Raspberry PI e l’utilizzo come strumento di apprendimento e studio in zone disagiate, sia per lo scarico gratuito via PDF. Personalmente mi sento di consigliare l’acquisto, anche in vista dei prossimi sviluppi dei diversi sistemi, ma il link in fondo all’articolo riporta entrambe le modalità.
Abbiamo quindi 30 diversi articoli che affrontano, ciascuno secondo la propria personale prospettiva, tutte le attività necessarie per consocere, approfondire, installare e giocare sul nostro Raspberry i titoli più importanti e gloriosi della nostra infanzia.
A chi è diretto
Il libro dispone di articoli interessanti a tutti i livelli, e chiunque potrà trarne vantaggio: da chi vuole semplicemente creare un emulatore sul proprio Raspberry (ce ne sono per Commodore 64, Amiga, Apple ][, Sinclair Spectrum, MsDos) a chi è intenzionato a trasformarlo in una vera e prorpia console per i giochi.
Ci sono listati per videogiochi già pronti da usare e sistemi operativi pronti ad accogliere ROM originali di vecchi videogames. Sono presenti progetti per la stampa in 3D di contenitori per le proprie “consoles”, piani di costruzione di cabine da bar in MDF (Mediun Density Fiberboard, un legno leggero e resistente), progetti per inserire il proprio sistema di aming all’interno di un contenitore metallico o di un tavolino con vetro trasparente…
A nostro avviso si tratta di una delle più interessanti e complete raccolte di informazioni dirette ai retrogamers, e anche se non offre una sezione dedicata specificamente alla programmazione, consente tuttavia di “copiare e caricare i listati” come si vaceva una volta con le riviste dedicate agli home computer. Ma rigorosamente in Python.
Buon divertimento!