Raspberry Foundation è chiamata a correre ai ripari.
Problemi di gioventù per il Raspberry Pi 4 causano malfunzionamenti con alcuni cavi USB-C.
La Raspberry Pi Foundation ha confermato l’esistenza di questo malfunzionamento direttamente da Eben Upton, una delle menti dietro la creazione della board. Sembrerebbe che il problema sia già stato individuato.
“Gli smart charger identificano erroneamente il Raspberry Pi 4 come un adattatore audio e si rifiutano di fornire energia”.
Questo succede perchè il tipo di cavi denominati “e-marked” contiene un chip che ha la precisa funzione di analizzare la tipologia di dispositivo per vedere se è in grado di ricevere la corretta tensione di alimentazione, o il flusso di dati che intendiamo trasmettere. Detta così, potrebbe sembrare che il cavo sia in grado di controllare la tensione di alimentazione o il flusso dei dati, cosa tecnicamente errata, tuttavia il cavo “e-marked” è comunque richiesto ogniqualvolta ci si trovi in una situazione in cui l’intensità di corrente elettrica (carico) sia di almeno 5A (Ampere) o si abbia una potenza maggiore di 60W (Watt) con trasferimento dati da 5Gb/s o 10Gb/s.
Dettaglio assolutamente da non trascurare quando si affronta questo tipo di problema, è dato dal fatto che lo standard USB-C non supporta in alcun modo l’operazione di estensione del cavo tramite prolunga: quante volte ci siamo trovati nella situazione in cui abbiamo un cavo femmina e un cavo maschio e li mettiamo insieme al fine di avere un cavo più lungo? Moltissime, tuttavia quando parliamo di USB-C questa operazione è assolutamente da evitare.
Attenzione: nel gergo tecnico, per “Non supportato” non si intende che una procedura o una tipologia di collegamento non funzionerà se attuata, ma che non c’è il 100% di possibilità che quel collegamento o procedura sia sempre funzionante. Nel caso del mettere insieme due cavi USB-C per farne uno più lungo, occorre ricordare che quando allunghiamo un cavo, andiamo ad aumentare allo stesso tempo la sua resistenza interna e, tale variazione, rilevata dal chip all’interno del cavo stesso, può impedirne il corretto funzionamento.
Tornando all’argomento principale, ovvero al problema che sta affliggendo il Raspberry Pi 4, Eben Upton ha continuato il discorso sottolineando che “questo tipo di mal funzionamenti non si erano mai verificati durante la fase di test e che è sicuro che in un prossimo futuro la board possa avere una nuova release che porti con sè una risoluzione del problema“.
In realtà, una soluzione al problema già esiste e risiede nelle specifiche tecniche del Raspberry Pi 4, nella misura in cui viene caldamente consigliato l’acquisto del caricabatterie proprietario, con una spesa che varia dagli 8 ai 10 dollari. Se il vostro problema è questo, basta clickare sul link, mettere il prodotto nel carrello, pagare e attendere pazientemente l’arrivo del pacco.
Se invece desiderate capirci di più, il discorso è un po’ più ampio. Per prima cosa dobbiamo tornare indietro e analizzare il problema nella sua completezza: perchè Raspberry Pi 4 viene considerato un adattatore audio da diversi smart charger?
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